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Asini e cavalli

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Una leggenda metropolitana da sfatare

L’ASINO E’ PIU’ INTELLIGENTE DEL CAVALLO

 

“Certe notti” è uno del locali più caratteristici di Via Patella. La strada intitolata al colonnello garibaldino Filippo Patella, peraltro prete, che seguì Garibaldi nella famosa “Spedizione del Mille” in Sicilia e che fu, meritatamente, uno dei più grandi eroi del nostro Risorgimento Cilentano. Concetto contrastato dai fans di Carlo Pisacane che indicano il suddetto come eroe puro ed incontaminato che lottò ( purtoppo invano) per la libertà del popolo cilentano. Il proprietario del locale seminotturno sopra citato, è di Capaccio. Non facciamo nomi per non fare pubblicità, anche se non politica sotto le elezioni, ma solamente commerciale. Il suddetto cittadino capaccese, persona simpatica, sincera e propenso alla comunicazione sociale, tra i tanti suoi beni, immobiliari, mobiliari, affettivi e zootecnici, possiede anche due asini che stima molto di più di certi candidati alle prossime elezioni amministrative. Il suddetto, con breve spiegazione, mi faceva notare che l’asino è più intelligente del cavallo perché prevede il pericolo. In parole povere se tu sproni un cavallo in montagna, alla cima di un burrone il suddetto quadrupede nella fattispecie equina, ubbidendo ai comandi del fantino, si butterà giù dalla scarpata senza pensarci due volte. Egli, il cavallo, equinamente pensa che se il padrone gli ha dato quell’ordine, lui lo deve eseguire. Nel baratro o strapiombo che dir si voglia, il cavallo può trovare la morte assieme al suo fantino, o anche senza se questo, meno stupido del cavallo, lascia il povero quadrupede ubbidiente suicidarsi, mentre egli si salva, magari saltando giù dalla sella un attimo prima del volo fatale. Sia ben chiaro che non stiamo parlando di cavalli alati, di leggendaria reminiscenza, che potrebbero sopravvivere. Il cavallo ubbidisce al padrone, l’asino no! L’asino, arrivato alla cima del burrone si ferma, guarda il fantino e sembra quasi dirgli: “Si te vuò menare abbascio tune, menate pure, ma io tengo la cioccia a la stalla che m’aspetta!!!”, Dopo questo animalesco enunciato quadrupede della specie equina, la domanda, anche al solito lettore attento ed oculato delle mie esternazioni senili, sorge spontanea: “ Ma, ‘nzomma, chi è cchiù ‘ntilligente, lu ciuccio o lu cavaddo???” Senza dubbio l’asino che si rifiuta di fare karakiri solo perché gli è stato ordinato dal padrone. Il cavallo ubbidisce, come certi servi fedeli al servizio dei magnati della politica, dalla mafia, della camorra, della ‘mdrangheta e di organizzazioni che predicano ben e razzolano mare. Insomma, concludendo, sei un asino andrebbe detto a coloro che ubbidiscono fino ad un certo punto. Sei un cavallo a coloro che ubbidiscono ciecamente al loro padrone, danneggiando il partito (già in dipartita) lo stato, il popolo, l’economia di una nazione. Mandare gli asini a dirigere? Forse farebbero meglio di certi politici, ma sicuramente meglio dei cavalli. Buone elezioni a tutti. Ricordatevi che il cavallo ( anche quello di razza di fanfaniana memoria) può risultare dannoso per lo stato. L’asino che si impunta per non precipitare in un burrone, e non far precipitare una intera nazione, è senza dubbio preferibile. Specialmente in questo periodo di oscurantismo economico.

 

Catello Nastro

 

PUBBLICATO SUL N.17 DEL 5 MAGGIO 2012

DI  “UNICO SETTIMANALE”    DI PAESTUM

 


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